Sono scesi all’esterno della struttura tante volte durante l’epidemia per l’iniziativa “Un minuto per la vita”, voluta da Uneba Veneto fermando per 60 secondi le attività per ricordare a tutti l’importanza della vita degli anziani, fragili e all’apparenza indifesi soprattutto in questi ultimi mesi.
Giovedì 25 giugno però gli ospiti e il personale del Centro di Servizio per Anziani e dell’Ospedale di Comunità della Fondazione Sant’Antonio Abate di Alano di Piave, si sono ritrovati nel giardino con uno spirito diverso: per celebrare con un momento di preghiera la fine della fase più dura dell’emergenza coronavirus e il lento e graduale ritorno alla normalità e per ricordare coloro che purtroppo non ci sono più.
Il direttore Francesco Facci ha ringraziato personale, ospiti e familiari per i sacrifici, l’energia e la comprensione che hanno messo in campo nei mesi dell’emergenza, senza risparmiarsi.
L’uscita dalla fase 1 “è stata una vittoria di tutti – ha sottolineato Facci – ognuno ha fatto la sua parte come in una famiglia”.
A don Francesco Settimo sono stati affidati il ricordo e la benedizione per tutti coloro che nel territorio, in Italia e nel mondo hanno perso la vita a causa della pandemia. Come al termine della seconda guerra mondiale – questo il pensiero del parroco di Alano di Piave – anche per questa guerra la gioia per una ritrovata libertà e sicurezza si fonde sempre con la commozione per gli affetti e i cari che non ci sono più.
Per gli ospiti della Fondazione Sant’Antonio Abate, oggi presenti in una trentina, la fine della fase 1 significa soprattutto il ritorno graduale alla normalità di sempre, fatta di tante attività, allegria e condivisione. A sancire la ripresa di questa normalità la mattinata di oggi si è arricchita con i compleanni di due nonni, Licia e Pietro, che hanno spento assieme ai loro familiari e amici 90 e 83 candeline.